Voler stravincere.

Questo è il problema comportamentale che più osservo nelle persone di successo. C’è una linea sottile tra l’essere competitivi e l’essere ipercompetitivi, fra vincere quando ne vale la pena e quando non importa a nessuno; e i manager, superano spesso questa linea in misura allarmante.
Tengo a chiarire:  io non disprezzo la competitività, anche io lo sono e anche a me piace vincere, dico soltanto che è un problema quando la sfoderiamo in funzione di obiettivi per i quali non ne valga la pena.
Se discutiamo troppo, lo facciamo perché vogliamo che il nostro punto di vista abbia la meglio su quello altrui (cioè vogliamo vincere ad ogni costo).
Se sminuiamo gli altri, il nostro fine recondito è metterli in posizione di inferiorità (di nuovo vogliamo vincere).
Se teniamo informazioni per noi, lo facciamo per avere un vantaggio sugli altri.
Se facciamo dei favoritismi, è perché vogliamo avere alleati per avvantaggiare la nostra parte. È così via… Perciò molti dei comportamenti che mettiamo in atto, per contrastare gli altri, nascono dal NON necessario tentativo di essere il maschio (o la femmina) Alfa, in ogni situazione, cioè vincenti!
La nostra ossessione di essere vincenti è evidente un po’ in tutte le imprese, non solo tra i manager o i dirigenti anziani. Quando la posta in gioco è importante vogliamo vincere; quando è banale e non vale il nostro tempo ed energia, vogliamo vincere. Anche quando la vittoria va chiaramente a nostro svantaggio, vogliamo vincere.
Se abbiamo raggiunto qualche successo ci macchiamo di questo atteggiamento ogni giorno. Quando partecipiamo ad una riunione di lavoro vogliamo che la nostra posizione, il nostro punto di vista prevalga su tutti gli altri; quando discutiamo con il nostro interlocutore privilegiato, ce la metteremo tutta per avere la meglio (qualsiasi cosa questo significhi). Anche quando facciamo la fila ai supermercati, teniamo d’occhio le altre file per vedere quale si muove più in fretta.
Una volta mi trovavo in un party, nel giardino dei miei vicini e mi capitò di vedere che il padre e figlio, di 9 anni, si misero a giocare facendo dei tiri in porta. Il padre, più alto, più grosso, più veloce e con una trentina d’anni in più d’esperienza rispetto al figlio, all’inizio, facilitava il gioco al figlio. Ma dieci minuti dopo questo presunto divertimento, nel padre si attivarono i geni del “devo vincere ad ogni costo” e cominciò come se fare punti, era la cosa più “importante” da fare.
Questo è un esempio di come possa diventare invasiva la “pulsione” di vincere; anche quando la situazione è più che banale, il nostro comportamento ci dice che amiamo e vogliamo vincere.
È facile disapprovare il comportamento di quel mio amico, di quel padre assicurando a noi stessi che non ci comporteremmo mai in quel modo. Ma sarà proprio così?
Mettiamo che vogliamo andare al ristorante X mentre nostra moglie, partner o amico, voglia andare al ristorante Y. Faremo un’accalorata discussione su quale ristorante scegliere: noi osserveremo che il ristorante Y ha ricevuto cattive recensioni ma a malincuore, ci arrenderemo e andremo al ristorante Y. L’esperienza conferma i nostri sospetti: il ristorante ha perso la nostra prenotazione e ci toccherà attendere mezz’ora per trovare posto, il servizio è lento, i piatti sono sapidi, ecc. ecc. Avremo due opzioni durante la nostra tragica esperienza.
·         Opzione A: criticare il ristorante e fare osservare in modo compiaciuto al partner quanto si sbagliasse e di come questa disfatta si sarebbe potuta evitare se soltanto avessimo scelto il ristorante X;
·         Opzione B: stare zitti e mangiare, cancellare mentalmente il cibo e godersi la serata.
Sondaggi alla mano, risulta, che dopo anni di comportamenti simili, che il 75% criticherebbe la serata.
Perché tutto questo? Perché la pulsione di vincere prevale su tutto e su tutti, anche quando ci rendiamo conto che potrebbe nuocerci.
Se il bisogno di vincere è il gene dominante nel nostro DNA del successo, il voler essere sempre vincenti ne è la mutazione genetica, perversa e limitante.

E i perdenti invece? Chi si occupa di loro? Leggi il post cliccando qui

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